SearchGPT, la fine di Google? L'AI si mangia il web
SearchGPT rivoluziona la ricerca online. Scopri come cambieranno SEO, creazione dei contenuti, privacy e... le nostre vite!
OpenAI ha lanciato SearchGPT: è come un Google, ma integrato in ChatGPT. Si tratta solo dell’ennesimo segnale, ora bello luminoso, che la ricerca online sta per subire una trasformazione radicale.
Questa innovazione non è solo una questione tecnologica. I contenuti che ci nutrono sono, infatti, i filtri attraverso i quali ci confrontiamo con il mondo.
Abbiamo bisogno di microscopi e non di specchi che riflettano il nostro pensiero o i nostri valori. Il rischio è un'ulteriore polarizzazione di vedute, già esacerbata da piattaforme come i social network.
Inoltre, questa rivoluzione ci riguarda tutti. Non solo come utenti di un motore di ricerca, ma anche come abitanti dell’ecosistema digitale. E, in seconda battuta, come abitanti del mondo se, come ha riassunto bene il filosofo Luciano Floridi, siamo sempre più OnLife, contratti fra la rete e il mondo offline.
Ogni post che produciamo, ogni commento, ogni interazione dovrà confrontarsi con gli agenti di intelligenza artificiale. Chi ha un’attività da promuovere o è un libero professionista, per esempio, dovrà trovare nuovi modi per attirare l’attenzione del nuovo elefante nella stanza.
Le strategie che fino a oggi hanno funzionato (ok, non per tutti), per esempio la SEO spinta o le campagne di marketing tradizionali sui social network, saranno come la scimitarra dell’arabo che incontra la pistola del famoso Indy.
Per questo ho deciso di realizzare questa newsletter speciale, corredata di video podcast (così chi preferisce il video o l’audio, può goderselo quando e dove gli pare), per mettere a fuoco una serie di concetti che secondo me è importante conoscere. E avere degli spunti sui quali riflettere insieme.
E se, dopo aver riflettuto, volessi mettere in circolo le tue idee? Puoi farlo sulla nostra chat Telegram che, al momento, è quanto di più vicino a una community. Presto lanceremo dei progetti più fighi che, secondo me, apprezzerai, se sei alla ricerca di altri spiriti A(I)ffini.
Ora, però, torniamo all’argomento principale.
Cos’è questo SearchGPT e come funziona?
Immagina di collegarti a ChatGPT, chattare con l’AI e chiedere quando e dove si terrà il prossimo concerto Vasco Rossi a Bologna.
Oggi, GPT-4, potrebbe collegarsi a internet e darti una risposta (esempio 30 agosto), citando la fonte che ha consultato.
Con SearchGPT l’esperienza si fa più immersiva: riceverai la fonte riassuntiva, ma vedrai le finestre di approfondimento direttamente su ChatGPT.
Per esempio una bella anteprima della pagina di TicketOne con il biglietto gigante pronto a essere cliccato e acquistato. (in basso puoi vedere una video demo pubblicata da OpenAI, che mostra il funzionamento di SearchGPT)
Sulla sinistra avrai una seconda finestra di fonti interattive collegate alla prima ricerca. Inoltre, ChatGPT ti farà domande contestuali o ti offrirà spunti di riflessione per ampliare la tua ricerca.
Per esempio: “A questo concerto ci andrai da solo o in comitiva? Hai già pensato alla logistica, perché su BlaBlaCar c’è quest’offertina niente male per tre persone”.
Come puoi comprendere si tratta di tutto un nuovo modo di approcciarsi alla ricerca online perché l’AI si occupa di tutta una serie di compiti noiosissimi:
individua le fonti affidabili e ti dà la risposta immediata. A questo punto, se era una risposta mordi e fuggi, potete anche salutarvi;
anticipa i tuoi desideri, suggerendoti i prossimi passi da fare, e facendolo dannatamente bene. Dopotutto, da quanti mese è che chiacchierate? Quando quella chat dice di conoscerti, sa di cosa parla.
grazie alle domande di feedback , ChatGPT ti guida verso soluzioni che all’inizio della ricerca non avevi mai immaginato.
LINK PER ISCRIVERTI ALLA LISTA D’ATTESA E PROVARE SEARCHGPT
“Questa AI l’ho già sentita…”
Ora potresti dirmi, che una tecnologia simile esiste già e da un bel po’. Sì, Perplexity AI è un motore di ricerca nato con l'intelligenza artificiale nel DNA. (qui trovi un video tutorial se vuoi testarlo gratis)
Conta su finanziatori a cinque stelle, su tutti Jeff Bezos che ha un certo feeling con la web search, dopotutto ha investito in Google molto prima della quotazione in borsa e sarebbe stato miliardario anche senza Amazon.
Perplexity, inoltre non ha neppure il peso di Google sulle spalle, nessuna eredità da difendere, può sperimentare alla grande eppure… Perplexity AI non è il first mover delle intelligenze artificiali. Il campione della rivoluzione digitale che, nella mente di molti, è posizionato come l’AI stessa.
Oggi, se dico intelligenza artificiale, probabilmente nella tua testa apparirà un gigantesco cartello al neon verde con queste sette lettere.
Quindi, se ChatGPT fa qualcosa con l’intelligenza artificiale, l’effetto può essere dirompente. Anche per te che hai oltre quattro miliardi di utenti attivi nel mondo (una persona su due sul pianeta usa il tuo servizio), e vedi che il tuo inseguitore ha da poco superato i duecento milioni.
Dopotutto, anche a Mountain View, conoscono bene la storia del piccolo Davide e del presuntuoso Golia. E l’appassionante Titanomachia della tecnologia è ricca di leader presuntuosi che hanno snobbato il concorrente di turno, per poi ritrovarsi con un solo minuscolo negozio in una città sperduta dell’Oregon.
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Ma quindi, questo SearchGPT è davvero la pentola alla fine dell’arcobaleno? Purtroppo, come puoi immaginare dal titolo di questa newsletter, le cose sono molto complesse.
Prima di vedere tutti i rischi che si porta dietro e come prepararsi a questa rivoluzione, ti lascio una serie di appunti che puoi giocarti a cena, per introdurre in modo brillante questa tecnologia.
(Ps. se stai trovando questa newsletter utile, se ne vuoi delle altre, se apprezzi tutti i corsi gratis sull’AI pubblicati sul canale YouTube, se hai usato le nostre risorse di iapertutti.it o se semplicemente mi vuoi bene, condividi questo post cliccando sul pulsante in basso e raccomanda questo contenuto a tutte le persone interessate.)
Appunti per la cena
Quando inserisci una query, SearchGPT analizza il significato contestuale delle tue parole, non solo il loro valore letterale. È come parlare con un esperto che capisce le sfumature della tua domanda.
Ricerca in tempo Reale: Il sistema accede a un vasto database di informazioni costantemente aggiornate, scandagliando il web per trovare le fonti più pertinenti e attuali. Al momento non sappiamo se, come adesso, l’AI si limiterà a usare le informazioni online per il tempo della conversazione, senza migliorare il set di dati a sua disposizione. Ricordiamolo: questi strumenti non hanno una biblioteca di informazioni ben sistemata, come Google. Nessun database strutturato e questo, insieme alle famose allucinazioni, non li rende affidabili al 100%.
Sintesi intelligente: Invece di presentarti una lista di link, SearchGPT sintetizza le informazioni da multiple fonti, creando una risposta coerente e completa.
Interazione conversazionale: Puoi fare domande di chiarimento e l'AI manterrà il contesto della conversazione, permettendoti di approfondire argomenti complessi in modo naturale.
Citazione delle fonti: Per garantire trasparenza, SearchGPT cita le fonti utilizzate, permettendoti di verificare le informazioni o approfondire ulteriormente.
Le sfide di un web più trasparente o il lato oscuro di SearchGPT
Con questa nuova tecnologia, emergono questioni cruciali. Eccone quattro che non potranno essere rimandate:
Selezione delle fonti: come viene scelta l'acqua dell'informazione che nutre la nostra conoscenza?
Pluralità di vedute: In che modo si garantisce una diversità di prospettive in un'era dominata dall'AI?
Pigrizia informativa: l’utente rischia di diventare dipendente dalla mediazione dell’AI e di accontentarsi dei riassunti, anche per argomenti che richiedono approfondimento per essere assimilati
Sostenibilità per i Creatori di contenuti: Come supportare chi produce contenuti di qualità ma non fa parte dei grandi editori?
Selezione delle fonti e pluralità
La collaborazione di ChatGPT con grandi testate giornalistiche internazionali ci rassicura, ma a metà.
Avere degli esperti di settori accanto agli sviluppatori e i promotori di questa tecnologia, permette di raccogliere le istanze delle categorie rappresentate, a partire dai giornalisti.
D’altro accanto, accordi diretti con pochi editori, rischiano di creare un sistema poco trasparente di selezione delle fonti.
Potremmo far gonfiare una gigantesca bolla informativa dove l’intelligenza artificiale cristallizza i luoghi nei quali pesca specifiche informazioni.
Esempio pratico: associa “Il Corrierone del Gran Calcio” agli approfondimenti sulle squadre di Serie A e finisce per prediligere quei contenuti rispetto a quelli prodotti dal rivale “Corrierino di quartiere”.
In questo modo gli utenti non avranno mai accesso a informazioni, magari preziose, che rimaranno sepolte nei meandri delle query mai sbocciate.
Certo, anche oggi chi è in basso nei motori di ricerca, può raramente sperare di avere lo stesso successo di chi sta più in alto (siamo sempre il sud di qualcuno 😝). Almeno, però, abbiamo dei contrappesi anche se labili:
sezione news di Google;
sezione Google immagini;
sezione “Le persone hanno chiesto anche”;
Google Discovery.
Anche in questo caso la trasparenza nella selezione delle informazioni e la capacità del sistema di arricchirsi di fonti preziose, che magari non hanno un autorevole background alle spalle, sarà fondamentale per non creare cortocircuiti informativi pericolosi.
Pigrizia informativa
L'avvento di tecnologie avanzate come SearchGPT promette di rendere l'accesso all'informazione più rapido ed efficiente che mai. Tuttavia, questa straordinaria comodità porta con sé il rischio di generare nuove forme di pigrizia cognitiva e dipendenza tecnologica.
L’immediatezza e la disponibilità delle risposte potrebbero gradualmente erodere la nostra capacità e volontà di impegnarci in ricerche approfondite e pensiero critico indipendente. In questo modo rischiamo di anestetizzare la curiosità intrinseca e della motivazione a esplorare autonomamente le informazioni.
L'illusione della conoscenza
Con l'accesso istantaneo a vaste quantità di informazioni sintetizzate, potremmo sviluppare una falsa sensazione di conoscenza approfondita. Questo fenomeno può portare a una sopravvalutazione delle proprie competenze e a una riduzione dell'umiltà intellettuale necessaria per l'apprendimento continuo.
Un fenomeno non pericoloso per informazioni innocue. Per esempio, se credi di saper preparare una grande carbonara e poi ci metti dentro l’ananas, magari nessuno verrà più a mangiare a casa tua, ma non avrai procurato incidenti.
Non conoscere però il programma elettorale dei prossimi esponenti di governo o, molto peggio, ricorrere a medicinali dei quali non hai bisogno, può avere conseguenze anche letali.
Atrofia delle capacità di ricerca
Le competenze necessarie per condurre ricerche efficaci, valutare criticamente le fonti e sintetizzare informazioni da diverse prospettive potrebbero atrofizzarsi. Affidarsi eccessivamente all'IA per queste attività potrebbe risultare in una generazione meno capace di navigare autonomamente nel mare dell'informazione.
La tendenza a accettare passivamente le risposte fornite dall'IA potrebbe portare a un'erosione graduale del pensiero critico. La capacità di mettere in discussione, analizzare e valutare criticamente le informazioni è fondamentale per una società democratica e informata.
Sostenibilità economica
Come verrà garantita la sostenibilità del lavoro di chi produce contenuti e non rientra nel gruppo di grandi testate/editori che contratteranno direttamente con le piattaforme?
Oggi OpenAI ha discorsi avviate con realtà gigantesche come NewsCorp, il gigantesco ombrello che ingloba:
Ma in cosa deve sperare chi non può sedersi al tavolo delle trattative e contribuisce all’economia di internet e alla democrazia dell’informazione?
Un sistema di monetizzazione potrebbe essere rappresentato dalla citazione di tutte le fonti usate per produrre i riassunti che l'AI proporrà all'utente, come accade per i contribuiti dei paper accademico.
Lo ritengo un metodo affascinante e potenzialmente meritocratico, a patto di conoscere come gli algoritmi riterranno un’informazione più meritevole di un’altra e una fonte più autorevole della concorrente.
Parlo di algoritmi perché credo che la supervisione e revisione umana del lavoro delle macchine, possa essere una balla promozionale.
Ricordate i quality rater di Google, i famosi custodi della qualità? Li avete mai visti? Come si contattano? Chi sono? Esiste una rotazione di queste figure? Chi controlla il controllore? Nei monopoli, che garantiscono prodotti eccezionali, queste domande si perdono fra una query e l’altra.
E io credo che continuerà a succedere. È troppo più conveniente avere un sistema automatizzato, a costi ben conosciuti e scalabili, che si occupa di tutto.
Certo, dei regolatori oculati potrebbero imporre altre strade, ma il terreno è così in salita che nemmeno Pogačar o Vingegaard riuscirebbero a raggiungere la meta. Ne abbiamo parlato nell’ultima newsletter dedicata alla fuga di Llama 3.1 dall’Europa.
Un'altra possibilità di monetizzazione, che però appare impercorribile per i costi e la complessità della struttura, è rappresentata da un registro in blockchain che permetta di ricostruire tutte le fonti consultate dall'AI.
Questo garantirebbe trasparenza assoluta anche per chi fruisce dell'informazione. Probabilmente, però, avremmo anche un esperienza utente non sostenibile per ragioni di velocità legate alla potenza di calcolo.
Il ritorno alle community
In questo nuovo panorama, come una comitiva di rassicuranti vecchi amici, potrebbero trovare nuova linfa community e piattaforme come i forum.
Già con Google questa tendenza è visibile da mesi. Se siete strati travolti dal terremoto algoritmo di marzo e non avete buttato nella spazzatura il vostro sito, probabilmente sarete incappati in rete in questa inchiesta della BBC.
L’approfondimento ci mostra come nei motori di ricerca i risultati più alti siano occupati sempre più spesso da piattaforme come Reddit.
Forum e gruppi specializzati vengono percepiti come oasi di autenticità in un mare di informazioni prodotte da media sempre più impersonali e faziosi. Una tendenza simile potrebbe essere promossa anche da chi deciderà di sottrarsi alla mediazione informativa dell’AI e vorrà cercare luoghi alternativi.
Questo misteriosa isola che non c’è, che potrà assumere diverse forme a seconda dei partecipanti e degli interessi del pubblico, potrebbe diventare la nuova frontiera dell’editoria indipendente. E, più banalmente, di chiunque voglia produrre contenuti e non piegarsi alle nuove logiche della diffusione dell’informazione AI-centrica.
Sarà una forma di sopravvivenza, che potrebbe dar luce a progetti luminosissimi come pepite, ma anche prestare il fianco a pericolose derive. Le sacche di disinformazione sono uno spettro da sempre predilige i tempi duri.
Il Futuro della SEO nell'era dell'AI
L'avvento della Search Generative Experience (SGE) promette di ridefinire radicalmente il panorama della ricerca online, segnando una transizione epocale dalla tradizionale Search Engine Optimization (SEO) a un nuovo paradigma di visibilità e rilevanza digitale.
Una premessa, che con tutte queste sigle il rischio di mal di testa è sempre dietro l’angolo. Cos’è questa SGE? Si tratta di una serie di strategie con le quali rendiamo i nostri contenuti online interessanti per le intelligenze artificiali.
Facciamo i contenuti per i robot, o meglio, gli algoritmi? Assolutamente no! Facciamo i contenuti per gli esseri umani. Ma, se gli esseri umani usano gli algoritmi per scoprirci, vuol dire che con ChatGPT e soci dovremo sbatterci la testa. Ma potrebbero diventare ancora i nostri più cari alleati.
Guardando la homepage di Google, puoi renderti conto di centinaia di interessi più o meno latenti di milioni di persone che fanno le tue stesse ricerche.
Puoi capire come vogliono trovare una cosa (la forma delle frasi che usano), ma anche cosa intendono quando utilizzano una metafora. Quando il gergo o la forma parlata vengono traslate nella scrittura e prevalgono sul nome tecnico e tutte queste cosette che fanno impazzire i feticisti della SEO come il sottoscritto.
Allo stesso modo, il tipo di interazione che abbiamo con le intelligenze artificiali, può suggerirci delle caratteristiche che potrebbero rendere i nostri contenuti più interessanti. Trasformarli in materiale facilmente digeribile per le AI che poi lo indirizzeranno agli utenti.
Ecco qualche consiglio sul quale scommetterei la famosa “Numero Uno” di Zio Paperone:
concentrarsi sul contesto semantico e sulla qualità del contenuto. Strategie come il keyword stuffing (inserimento massivo di parole chiave) e l’infarcire i titoli h2 e h3 di frasi che l’utente usa nella ricerca saranno del tutto inutili;
avvicinarsi a uno stile dialogato, domanda e risposta, potrebbe riflettere in modo più aderente l’interazione fra utenti e AI. Ovviamente è come con il sale nelle ricette, vale il “quanto basta”. Non trasformare i tuoi contenuti in uno stucchevole botta e risposta;
concentrarsi sulla costruzione del brand online e offline, stringendo partnership strategiche, lavorando su piattaforme alternative, trovando modi per valorizzare quello che si è fatto online, offline.
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Principali differenze tra SEO e SGE:
Formato dei Risultati:
SEO: Lista di link con snippet di testo
SGE: Risposte generate, sintesi di informazioni, e potenzialmente contenuti multimediali integrati
Focus dell'Ottimizzazione:
SEO: Parole chiave, meta tag, struttura del sito
SGE: Contenuto semanticamente ricco, risposta a domande specifiche, copertura completa degli argomenti
Metrica di Successo:
SEO: Posizionamento nelle SERP, click-through rate
SGE: Rilevanza e utilità delle informazioni fornite, engagement dell'utente con il contenuto generato. Ma i parametri sono ancora nebulosi e andranno definiti
Ruolo dei Backlink:
SEO: Fondamentale per l'autorità del dominio
SGE: Potenzialmente meno importante, con maggiore enfasi sulla qualità e rilevanza del contenuto
Opportunità nella nuova era della ricerca online
Contenuto di qualità Superiore: La SGE potrebbe premiare contenuti più approfonditi, accurati e utili, che si attestano come riferimenti di settore, potenzialmente migliorando la qualità complessiva delle informazioni online.
Personalizzazione avanzata: Le aziende potranno fornire risposte più pertinenti e personalizzate alle query degli utenti.
Innovazione nel formato dei contenuti: Emergono nuove opportunità per formati di contenuto interattivi e multimediali che si integrano bene con le risposte generate.
Focus sull'intento dell'utente: Una maggiore enfasi sulla comprensione e soddisfazione dell'intento dell'utente può portare a un migliore engagement e conversioni.
Strategie di adattamento
Ottimizzazione semantica: Concentrarsi sulla creazione di contenuti che rispondano a domande complete e coprano argomenti in modo esaustivo.
Strutturazione dei dati: Implementare una marcatura dei dati strutturati avanzata per aiutare l'IA a comprendere e utilizzare le informazioni del sito.
Creazione di Contenuti E-A-T: Enfatizzare esperienza, autorevolezza e fiducia della piattaforma che genera i contenuti per aumentare la probabilità di essere citati nelle risposte generate.
Ottimizzazione per ricerche vocali econversazionali: Adattare i contenuti per rispondere a query più naturali e conversazionali. Potremmo avere un’incentivazione nell’uso delle cosiddette “parole a coda lunga”. Poiché l’utilizzo del linguaggio va in contrasto con la brevità della ricerca digitata.
Sviluppo di Contenuti Multimediali: Creare contenuti ricchi come video, immagini e infografiche che possono essere integrati nelle risposte SGE.
Collaborazione con l'IA: Utilizzare strumenti di IA per analizzare le tendenze delle query e creare contenuti che rispondano alle domande emergenti degli utenti.
In conclusione, mentre la SGE rappresenta una sfida significativa per le pratiche SEO tradizionali, potrebbe anche aprire la strada a un web più intelligente, utile e centrato sull'utente. E, non dimentichiamoci di quello che in tanti vedono come il piano di emergenza, ma che dovrebbe essere la mappa del tesoro: il tuo pubblico.
Chi lavorerà su quello, sopravviverà a qualsiasi rivoluzione tecnologica.
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